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Questo giovane signore si chiamava Gualtieri, ed era, per parlare del suo lignaggio, la piú nobile persona che mai fosse nata in Lombardia; bello e forte della persona, e pieno di dignità e di cortesia, si dimostrava assai savio nel governo del suo paese; se non che in una cosa era degno di biasimo.

Ed ecco perché: egli non si dava il menomo pensiero di ciò che in avvenire sarebbe stato di lui, ma badava solo al piacere presente, che consisteva nell’andare uccellando col falco e nel cacciare di qua e di là senza curarsi d’altro, né (ciò che era il peggio) volendo sapere, a nessun costo, di prender moglie.

Delle quali cose tanto si affliggevano i suoi cittadini, che un giorno si presentarono a lui in gran comitiva, e uno di loro, il più saputo (se non quegli dal quale Gualtieri piú di buon grado avrebbe ascoltato il desiderio del popolo, o che, in fine, fosse più adatto ad esporre la cosa come stava), disse al marchese in questo modo:

“Nobile marchese, la vostra bontà ci rassicura e c’incoraggia, ogni volta che è ne-