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novella del giureconsulto. 203

alla fine della mia novella, giacchè il giorno passa rapidamente, ed io non voglio seccarvi piú a lungo. Lasciamoli dunque, tutti a pranzo, felici e contenti mille volte più di quello che io potrei dire, e andiamo avanti. Il piccolo Maurizio, in seguito, fu fatto Imperatore dal papa, e visse da cristiano, onorando devotamente la santa chiesa. Ma io non voglio occuparmi di lui: la mia novella racconta solamente di Costanza. La storia della vita di Maurizio, chi la vuole sapere, la può trovare nelle antiche Gesta Romanorum; io non me la ricordo piú.

Il re Alla, quando gli parve opportuno, prese la via per l’Inghilterra con la sua buona e diletta moglie, e là vissero tranquilli e contenti. Ma, credete a me, la gioia di questo mondo dura poco: si cambia dalla mattina alla sera, come il mare.

Chi mai è vissuto, un giorno solo, in una felicità così completa, che per un momento non gli abbia turbato l’animo o l’ira, o un desiderio, o un altro stimolo qualunque come l’invidia, l’orgoglio, una passione, o una offesa? E tutto questo lo