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202 novella del giureconsulto.


L’Imperatore promise, gentilmente, di fare quanto il re Alla desiderava: ed io penso che egli guardasse con un certo interesse il piccolo Maurizio pensando alla sua Costanza. Alla intanto andò a far preparare tutto per bene e più inappuntabilmente che gli riuscí.

Venuto il giorno stabilito, Alla e sua moglie si prepararono per andare a ricevere l’Imperatore: e in gran festa e pieni di gioia uscirono a cavallo. Costanza, appena rivide, finalmente, suo padre che veniva nella via, saltò giú da cavallo e gli cadde ai piedi. “Babbo, diss’ella, la tua giovane Costanza, dunque, non la riconosci piú, e l’hai dimenticata?

Io sono la figlia tua, la tua Costanza che tanto tempo fa tu mandasti in Siria; io sono colei che fu abbandonata in mezzo al mare, e condannata a morte. Ora, padre mio, per pietà non mandarmi piú in nessuna città di pagani, e ringrazia questo signore, il quale è mio marito, della sua bontà.„

Chi può ridire la gioia di tutti e tre al loro primo incontro? Ma è ora che io venga