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200 | novella del giureconsulto. |
meglio il suo caso meraviglioso. Questi, per fare onore ad Alla, dette una gran festa, e subito mandò a chiamare Costanza: ma ognuno capisce che la disgraziata non aveva certo voglia di ballare. E quando sentí che la volevano ad una festa, non ebbe più la forza di reggersi in piedi.
Alla appena la vide la salutò cortesemente, е non poté trattenere le lacrime dalla commozione, poiché al primo sguardo che gittò su di lei la riconobbe subito. Costanza, riconosciutolo, rimase muta come un albero, tanto il cuor suo fu sopraffatto dal dolore al pensiero della crudeltà con cui egli l’aveva trattata.
Due volte svenne davanti a lui che piangeva e cercava di giustificarsi dicendo: “Dio e tutti i santi del cielo abbiano pietà dell’anima mia, se è vero che io sono innocente, del male che tu soffristi, come Maurizio, il figliolino mio, che tanto ti somiglia. Se non è vero, il diavolo mi porti via subito di quí.„
Lungo fu il singhiozzare, e amaramente soffrirono tutti e due, prima che il loro