Pagina:Chiarini - Dalle novelle di Canterbury, 1897.djvu/237

164 novella del giureconsulto.

fecero per le nozze di Costanza. Ma ognun di voi s’immagina bene che non sarebbe possibile raccontare, in quattro e quattr’otto, tutto ciò che si fece nell’occasione di un avvenimento cosí grande.

Vescovi, conti, contesse, cavalieri di gran nome, ed altri personaggi, in una parola, furono mandati, ad accompagnarla. E fu annunziato a tutta la città che ognuno pregasse devotamente Cristo, affinché volesse proteggere questo matrimonio, e accompagnasse per viaggio la spedizione.

Venne il giorno della partenza (il triste, fatale giorno, aggiungo io), chè ormai non v’era piú da aspettare, e tutti erano pronti. Costanza, straziata dal dolore, si levò pallida dal letto, e si vestì preparandosi a partire, vedendo bene che non le restava altro da fare.

Ahimé! Qual meraviglia ch’ella piangesse? Lei che da quelli stessi i quali l’avevano tenuta fin allora cosí caramente, era mandata ora in un paese straniero, legata e soggetta ad un uomo che non aveva mai visto né conosciuto? Io non voglio dire al-