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120 | novella del cavaliere. |
vincitore. Il gran Teseo svegliato dalla musica e dal frastuono della gente, rimase in camera, nel suo ricco palazzo, finché i due cavalieri tebani furono condotti, con uguali onori, al palazzo.
Teseo se ne stava ad una finestra, in gran tenuta, che pareva un Dio sul trono; allora la gente si affollò improvvisamente da quella parte per vederlo e fargli atto di riverenza, e per sentire i suoi ordini e le sue disposizioni.
Un araldo montato sopra un palco di legno diè cenno che tutti facessero silenzio, e cessato ogni rumore, manifestò cosí il volere del potente loro Duca:
“Il signor nostro, col suo saggio consiglio, ha pensato che sarebbe un inutile spargimento di nobile sangue il combattere in questo torneo come si combatterebbe in fiera battaglia; quindi per impedire che molti cadano morti, egli ha modificato il suo primo proposito. Nessuno, pena la testa, può scagliare o portare dentro la lizza dardi di qualsivoglia specie, né alabarde, né lancie. Nessuno deve adoperare o portare al fianco