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novella del cavaliere. | 101 |
Chi dipinse questo quadro era certo un artista molto geniale, e deve avere speso un occhio nei colori.
La lizza, dunque, era pronta; e Teseo, che con tanta profusione di danaro aveva adornato i templi ed il teatro, quando tutto fu finito ne rimase soddisfatto ed ammirava con grande compiacenza.
Ma lasciamo un poco lui, e torniamo a Palemone e ad Arcita.
Si avvicinava il giorno del loro arrivo, coi cento cavalieri per il torneo; e tutti e due, secondo i patti, giunsero in quel giorno in Atene con cento cavalieri armati di tutto punto e pronti alla battaglia. Piú d’uno, certamente, pensò che mai, da che il mondo è mondo, s’era veduto (per quanto siano sconfinati il mare e la terra che Dio ha creato) un’accolta cosí bella di prodi ed eletti cavalieri. Poiché quanti amavano la cavalleria ed aveano desiderio di acquistarsi un nome glorioso, chiesero di prendere parte a questo torneo, e fu fortunato chi poté essere scelto. Ché se domani ci fosse un torneo simile, voi siete certi che ogni