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92 | novella del cavaliere. |
e se vi pare che io abbia parlato bene, approvatela; questa deve essere la fine e la conclusione della vostra avventura„.
Chi era piú felice, in quel momento, di Palemone? Chi più di Arcita matto dalla contentezza? Chi potrebbe raccontare o descrivere la gioia di tutti, quando Teseo ebbe fatto una grazia cosí bella? Tutti si inginocchiarono davanti a lui, ringraziandolo di cuore, e specialmente i due giovani tebani.
Quindi Palemone e Arcita, con l’animo pieno di speranza e di felicità, presero commiato, e s’incamminarono, a cavallo, verso Tebe dalle grandi ed antiche mura.
Ma io non posso seguitare il mio racconto senza dirvi quello che spese Teseo, per far preparare subito la lizza: son sicuro che qualcuno non mi perdonerebbe una negligenza simile. Poiché si tratta di un anfiteatro cosí grande e cosí bello, che ci scommetto, non c’era l’uguale in tutto il mondo. Aveva quasi un miglio di circuito, cinto tutto intorno di mura in pietra, in modo da formare un circolo perfetto come quello tracciato da un compasso. Nell’interno c’erano delle gra-