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86 | novella del cavaliere. |
rità, ma uccidi anche il compagno mio. O se tu lo desideri, uccidi lui prima di me; poiché sappi, se non te ne sei accorto, che costui è Arcita, il tuo mortale nemico. Egli bandito dal tuo regno sotto la pena della testa: perciò si merita la morte. Sappi che costui venne alla tua porta, e dicendo di chiamarsi Filostrato, riuscí ad ingannarti per molti anni, sì che tu stesso lo hai fatto tuo primo scudiero. Egli ama Emilia.
E giacché è venuto il giorno della mia morte, faccio intera la mia confessione: io sono quel disgraziato di Palemone, che è fuggito, per sua unica volontà, di prigione. Sono anch’io tuo mortale nemico, ed amo cosí ardentemente la bella Emilia, che sarei felice di morire davanti a gli occhi suoi. Per ciò da me stesso ti chiedo la mia condanna di morte; ma tu uccidi anche il mio compagno, ché tutti e due ci meritiamo di essere uccisi.„
Allora il nobile duca rispose: “La cosa è molto semplice. La vostra stessa bocca confessando tutto, vi ha condannato, ed io non lo dimenticherò. Non c’é, quindi, bi-