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82 | novella del cavaliere. |
in questo bosco, abbiti pure la donna in premio„.
Palemone rispose: “Va bene, accetto„.
E si lasciarono cosí, per trovarsi la mattina dopo come ciascuno aveva lealmente promesso.
O Cupido, re spietato ed assoluto! È pro prio vero, come si suol dire, che amore e impero non vogliono sapere di società. E nessuno lo sa meglio di Arcita e Palemone. Arcita, intanto, se n’era tornato, in fretta, in città; e la mattina seguente, prima di giorno, si procurò di nascosto due armature complete, con tutto l’occorrente perché egli e Palemone potessero misurarsi sul terreno. Montato, quindi, a cavallo con le due armature davanti a sé, si mise in cammino; e cosí all’ora e nel luogo stabilito i due amici si ritrovarono.
Appena si videro, impallidirono tutti e due. Come il cacciatore Trace appostato con la lancia alla tana del leone o dell’orso, sentendo dal fruscio del bosco avvicinarsi la belva (che rompe sui suoi passi rami e foglie), pensa trepidando: ecco il