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novella del cavaliere. 79

sero scudiere, un uomo che è mio mortale nemico. E per mia maggiore vergogna, Giunone mi spinge perfino a disconoscere il mio nome; poiché mentre mi chiamo Arcita, ora mi nascondo sotto il nome di Filostrato, che significa uomo da nulla. Ah! Marte crudele, ah! crudele Giunone, l’ira vostra ha ormai distrutto il sangue nostro; noi soli restiamo: io e quel disgraziato di Palemone, che Teseo tiene a marcire in prigione. Ma non bastava tutto questo; amore, per darmi il colpo di grazia, ha trafitto così profondamente il mio povero cuore di cavaliere col suo cocente dardo, che il cielo, senza dubbio, doveva avere destinato la mia morte prima ch’io venissi al mondo. O Emilia, tu mi uccidi con gli occhi tuoi; tu sei la causa della mia morte. Di tutto il resto non mi importa nulla: purché io possa fare qualche cosa per piacerti.„

E così dicendo cadde svenuto, e rimase, per qualche momento, privo di sensi. In tanto Palemone, il quale si era sentito, ad un tratto, come passare il cuore da una fredda lama, balzò in piedi; e tutto tremante