Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
70 | novella del cavaliere. |
davvero, chi di loro due si trovasse peggio. Poichè, in una parola, Palemone era condannato a perpetua prigionia, e a morire fra i ceppi e le catene; Arcita esiliato sotto la pena della testa, non doveva mai più rivedere la donna del suo cuore.
O innamorati, che cosa rispondereste a questa domanda: chi vi pare più disgraziato, Arcita o Palemone? Questi vede tutti i giorni la sua donna, ma è condannato a passare tutta la vita in prigione; quegli è padrone di andare, a piedi ed a cavallo, dove gli pare, ma non potrà mai piú rivedere la donna sua. Pensate un po’ quel che vi pare voi che siete al caso di saperne più degli altri: io intanto, riprendo il mio racconto.
Arcita dunque, giunto a Tebe, non faceva che lamentarsi tutto il giorno, fuori di sé dal dolore di non dover piú rivedere la sua donna. E per dirvi in una parola quanto era grande il suo dolore: mai creatura umana ebbe a soffrire come lui, fra quante ce ne sono su questa terra, e ce ne saranno prima che il mondo finisca. Non dormiva, non mangiava, non beveva, tanto