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32 | novelle di canterbury. |
tere con un matto) gli avrebbero fatto fare la figura del gran signore, senza un centesimo di debito, se pure non avesse preferito menare una vita semplice e modesta. Erano amministratori cosí abili, che avrebbero saputo rimettere in gambe le finanze di qualunque provincia, per quanto malandata; eppure il nostro economo, quando si trattava della spesa, li metteva tutti nel sacco.
Il fattore era un uomo magro e collerico; si faceva radere la barba fino alla pelle, e intorno all’orecchio voleva sempre ben tagliati i capelli. Davanti aveva il cocuzzolo spelato come un prete. Aveva un paio di gambe lunghe e secche come due bastoni, senza un’oncia di carne. Per tenere in ordine un granaio o un magazzino era valentissimo; e non c’era revisore che potesse trovare da ridire su i conti fatti da lui. Dalla siccità e dalla umidità della stagione ti sapeva dire, senza sbagliare, come sarebbe andata la raccolta. Le pecore, il bestiame, il latte e il burro, i maiali, il cavallo, le provviste, e i polli del suo padrone, erano tutti affidati alla sua