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VII.
Alcippo, Aminta.
Diletto Aminta; così sei cangiato
3Di domestici panni, e più di viso;
Dipartisti pastor, torni soldato;
Altro che cetra, e boschereccia piva
6La spada, che ti pende al manco lato;
Hor come oggi apparisci? e di qual riva?
Chi tolse ad Arno il tuo soave canto,
9Che per ciascun si volentier s’udiva?
Ami. Ch’io mi partissi la cagion fu pianto;
Non potei rimirar queste pianure
12Morendo Tirsi, ch’io prezzai cotanto;
Da lunge men andai per far men dure
L’aspre miserie; e de la lunga strada
15Lungo saria contar le mie venture.
Alc. Ma pur, perche ritorni homo di spada?
Non pensare al camin; ben alto è’l Sole;
18Molto ha da gir prima che’n mar sen cada.
Ami. Posiamci qui; poi che per te si vole
Io parlerò; presi ad errare intorno,
21Perche’l viaggio rallegrar l’huom suole;
Adunque il mio camin volsi a Livorno;
Ritrovai quivi un popolo guerriero
24Tutto di piume, e di belle armi adorno;
Era sul navigarsi; ogni nocchiero
Spalmar facea del Signor nostro i legni,
27Ch’assalir l’Oriente havea pensiero;