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larga licenza, onde si viene a sodisfare alla gratia del verso, & al debito delle Scene; quale fia l’openione migliore io non sò; credo, che nell’uno, e nell’altro modo si possa verseggiare senza colpa niuna. Et hora ho preso consiglio di non abbandonare le rime; che poi io non habbia posto Prologo alcuno non si meravigli; perciò che quante volte le favole li recitano, tante pare secondo i luoghi, e i tempi c’habbiano bisogno di novelli prologhi: Et il Choro rapresentando un popolo, io reputo; che non debba luogho havere in attione privata, la onde io mi sono ritenuto di fraporvelo. Hora di questa sì fatta Favoletta; ho voluto farvene dono; primieramente, perche voi vi dilettate nella poesia; & essendo la Poesia cosa gentile, bene a voi si convene, che siete dirittamente ripieno, e colmo di gentilezza; son poi securo; che ’l nome vostro tirera molti a leggerla con bono, animo; & ultimamente io con questo segno d’amore vengo a rispondere a gli atti cortesi, & amrevoli, co’ quali oltre al mio merito mi vi siete fatto incontra molte volte nella patria vostra.