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794 Chi l’ha detto? [2215-2217]


Torniamo alla Satira e Parini del Ferrari.

2215.   Le accademie si fanno oppure non si fanno!

Lo disse il grande avo del marchese Colombi, il marchese Alamanno; e lo ripete il nipote (a. III, sc. 1). In altra scena (a. II, sc. 6) il marchese Colombi riceve per la nascita del figlio uno di quei sonettini in greco, ai quali teneva tanto, guarda con compiacenza il foglio alla lontana, come se fosse una pittura, ed esclama:

2216.             Che bella lingua il greco!

Anche questa scempiaggine dell’ineffabile marchese ha la sua fonte letteraria. Vittorio Imbriani scrivendo nella Nuova Antologia (vol. VIII, 1868, pag. 278) di Giovanni Berchet ed il romanticismo italiano diceva: «E se almeno sapessero il greco!... Ma per lo più conoscono il linguaggio di Platone e d’Epicuro come quel bergamasco impostore che spacciava d’averlo imparato ne’ suoi viaggi, probabilmente immaginari. Ma fatecene sentire qualche frase, insisteva certa gente dabbene. Ed egli: Μὺ μελαῤῥύδω δὲ στυμιγχιῶν. E quei minchioni: Oh com’è dolce, com’è grazioso il greco! Che bella lingua davvero!» ― La derivazione mi sembra evidente: ma chi era il «bergamasco impostore»? Io non lo so: ma è certo che il Ferrari, se ebbe notizia della frase, l’ebbe non a traverso lo scritto dell’Imbriani, che è del 1868, mentre La Satira e Parini è del 1856, bensì direttamente dal testo che l’Imbriani citava.

2217.   Fuggi, fuggi: per l’orrida via
     Sento l’orma dei passi spietati.

sono i versi più noti del libretto Un ballo in maschera, musica di Verdi (a. II, sc. 3), e si citano ad ogni momento sia per dire una freddura, sia per recare una prova dell’insulsaggine di certi libretti musicali. È questa perciò l’occasione migliore per dire la storia poco conosciuta di questo libretto. Esso fu composto pel teatro S. Carlo di Napoli (carnevale 1858) col titolo Gustavo III da Antonio Somma, della Carnia, poeta che allora ebbe fama, morto a Venezia, dove a vent’anni otteneva applausi con la tragedia Parisina e uno dei redattori con Gazzoletti e Dall’Ongaro della famosa Favilla