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788 Chi l’ha detto? [2204-2205]


suo dolore nella morte della defunta Regina (cioè Maria Cristina di Savoia, morta nel partorire Francesco II, il 31 gennaio 1836, già ricordata al n. 2093) e de’ suoi amici (sic) in otto ottave anacreontiche in due volte quattro versi. Esse circolarono manoscritte fino al 1860 e poi furono arbitrariamente aggiunte nelle posteriori edizioni delle anacreontiche genuine. Eccone due. le più note:

2204.   O Francesco, sei piccino,
     Ma mi sembri tanto grante (sic)
     Che Golia, quel gran gigante,
     È pigmeo accanto a te.

Possa presto la fortuna
     Farti ascendere sul trono;
     E sarà il più bel dono
     Che può farci il nostro re.

Il quale re, Ferdinando II, quando sentì per la prima volta il singolare augurio, dicesi abbia risposto con una di quelle apostrofi napoletanesche che gli erano familiari. Quest’ultima poi è la più famosa di tutte, autentiche o no; e, perchè si possa intenderla, dirò ch’essa vorrebbe ricordare il Ritiro del SS. Cuore di Gesù alla via Salute, nel quale Maria Cristina dispose per testamento che fossero ricoverate, a spese di casa reale, cinquanta fanciulle, rimaste orfane nel colera del 1835.

2205.   Testamento è atto grande,
     Che fa l’uom presso alla morte,
     E chiamato il buon consorte,
     La regina volle far.

In virtù di quella legge,
     Son cinquanta sventurate
     In un chiostro rinserrate
     Notte e dì a salmeggiar.