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782 Chi l’ha detto? [2196-2197]


La partenza del Crociato, composta nell’autunno del 1856, circolò per molto tempo in copie manoscritte, poi l’autore si decise a farne un’edizione litografata in foglio volante per gli amici, e quindi lo stampò.... dove nessuno si sognerebbe di andarlo a cercare, cioè in una nota al cap. XXII dei suoi Ricordi di gioventù (Milano, Cogliati, diverse ediz.). Finalmente ne fu fatta, alcuni anni fa, sotto gli auspici del Guerrino Meschino, noto giornale umoristico milanese, un’elegante edizioncina illustrata da 16 acquerelli di Aldo Mazza (Milano, Cogliati).

Un’altra poesia umoristica, popolarissima in Lombardia, è l’Esule, del noto e valente pittore Vespasiano Bignami. L’Esule, pubblicata per la prima volta nel 1875 e ristampata molte volte dopo, è il lamento spropositato, in dialetto milanese male italianizzato, di un mariuolo costretto ad esulare.... perchè in patria non tira più buon vento per lui. Notissimo il principio:

2196.   Dalla vetta più guzza dell’Alpi
     Con lo sguardo rivolto alla bassa,
     Ti saluto, spolpata carcassa,
     E ti dico: A ben vèdes ....mai pù!

e le penultime strofette:

2197.   E si parla di libera Chiesa
     Combinata col libero Stato!
     E si legge di spesso stampato:
     «Siam fratelli! Siam cento città!»

Bagoloni! trovatene un altro
     Da sgonfiare: «Siam tutti fratelli»
     Ma a buon conto lor tengono i ghelli,
     E mi invece me tocca a scappà.

A questa poesiola fu fatta una coda, Il ritorno dell’Esule, anch’essa stampata più volte, dal 1879 in poi, sempre anonima: ma l’autore è l’ing. Carlo Stambucchi, morto nel 1897. L’Esule, arricchito in America con speculazioni degne di lui e delle sue prime gesta, torna in Italia e si propone di fare il mecenate, di imbiancarsi con i signori ecc. ecc. Ecco come il parvenu — oggi si direbbe il nouveau riche — giudica l’high-life blasonato: