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[2176] Scherzi, motteggi, frasi giocose 773


guerra; e ne faccio qui un’altra per una frase che ebbe vita meno effimera poichè ancora sopravvive e di cui, se non proprio l’autore, almeno si conosce la storia, interessante perchè su per giù è quella di tutte le altre frasi simili e che fu narrata in un vivace articolo di Enrico Tarlarini nella Gazzetta dello Sport, di Milano, del 22 maggio 1914:

2176.   Molla Buni!

Il rag. Romolo Buni, milanese, ciclista popolarissimo correva il 21 giugno 1893 nell’Arena di Milano un match col formidabile corridore francese Medinger. La folla s’interessava moltissimo alla sfida, nella quale era in giuoco anche l’amor proprio nazionale, e quando parve che il francese stasse per oltrepassare il suo beniamino, «per un attimo, un attimo solo, la folla tacque, in un’angoscia senza nome ma che è conosciuta da quanti hanno frequentato un campo sportivo. Poi nel silenzio altissimo, una voce che non si seppe mai di chi fosse, uscì in urlo nuovo, in un incoraggiamento strano: Molla Buni! Molla Buni!

«Quel grido, come una striscia di polvere accesa, si propagò in un baleno. Molla Buni! saettò la folla e Buni che capì, rispose all’attacco del francese e aumentò ancora l’andatura. Medinger, sfinito, perse una lunghezza, poi due, poi dieci e vinto si ritirò, abbandonando la corsa. Molla Buni! Molla Buni! continuò a gridare la turba e Buni continuò a girare velocissimo, poi finì la gara coprendo i 5 chilometri in 7’ 32" che era un record, poi fu portato in trionfo, sollevato sulle spalle, abbracciato, baciato dalla folla in un tripudio di cui non s’era mai visto l’eguale. Alla sera, tutta Milano gridava Molla Buni!...

«Da allora, quell’esclamazione fu di dominio pubblico, entrò nelle abitudini di tutti, del popolo e della borghesia, dei giovani e dei vecchi; fu una frenesia di Molla Buni! che si sentiva ripetere ad ogni angolo di via, in ogni crocchio, a teatro, a scuola, di giorno, di notte. Fu un’ossessione, un incubo che non lasciava mai pace: Molla Buni! si gridava al passaggio di un velocipedista, a una carrozza che transitava, al facchino che trascinava un carretto; Molla Buni! alla pentola che bolliva, alla sartina che batteva i tacchi sul marciapiedi, alla stufa che s’accendeva. Molla Buni! si disse a proposito e a sproposito quando