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[2149-2150] Scherzi, motteggi, frasi giocose 765


a dare il saluto di capo d’anno dinanzi al palazzo del Vicerè: e fu seguita da una folla enorme di qualche migliaio di persone le quali, con slancio frenetico, gridavano il ritornello Dàghela avanti un passo. La musica della briosa canzone è di Paolo Giorza (nato a Milano nel 1832), «un singolarissimo tipo di musicista che dopo aver avuto un periodo di celebrità europea come compositore di balli e come direttore teatrale, morì in miseria nella piccola città nordamericana di Seattle nel maggio del 1914» (Caddeo, Inni di guerra e canti patriottici, Milano, 1915, pag. 73). Delle parole s’ignora l’autore, ma si tratta indubbiamente di un mosaico di vecchi canti popolari, non tutti milanesi chè infatti Gigogin non è milanese ma piemontese ed è diminutivo di Teresa.

Della poesia dialettale napoletana molte frasi sono rimaste nell’uso vivo, queste due per esempio:

2149.   Comme fuie e comme non fuie.1

che fa parte del ritornello di una famosa canzonetta napoletana. Ciccuzza, di Luigi Chiurazzi (n. nel 1831), che è anche l’autore dell’altra famosissima canzone Masto Raffaele. Il verso suddetto serve di risposta ad altro pure rimasto popolare

Contala, contala comme fu!

Ma noi non racconteremo altro per rispetto dei lettori e.... delle lettrici.

2150.                  Nannì, si ce penzo
                    Mme vene na cosa.2

così comincia il ritornello di una delle più graziosi canzoni napoletane di Salvatore di Giacomo, intitolata Nannì!!! e musicata da P. Mario Costa per la festa di Piedigrotta del 1886. Tutta la strofa è:

               Nannì, si ce penzo
                    Mme vene na cosa,
                    Sta sciamma annascosa.

  1. 2149.   Come fu e come non fu.
  2. 2150.   Nannina, se ci penso, mi viene una cosa.