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[158-161] Beneficenza, doni, aiuto 43

modo di drappeggiarsi artisticamente, e di gestire (Jarro, Memorie di un impresario fiorentino, pag. 122).

A persona bella si può applicare quel che dice l’Ariosto di Zerbino, il bellissimo figlio del Re di Scozia (Orlando furioso, c. X, ott. 84):

158.   Natura il fece, e poi roppe la stampa.







§ 9.



Beneficenza, doni, aiuto





L’arte di donare altrui che talora vale più del donativo stesso, come ben dice Corneille:

159.   La façon de donner vaut mieux que ce qu’on donne.1

(Corneille, Le Menteur, act. I, sc. 1).

e bene espressa nei noti versi manzoniani:

160.           Doni con volto amico,
          Con quel tacer pudico,
          Che accetto il don ti fa.

(Manzoni, La Pentecoste, inno, v. 126-128).

Inoltre gran parte del segreto è riposto nell’adagio latino:

161.   Bis dat qui cito dat.2

che forse deriva dalla sentenza 225 di Publilio Siro: Inopi beneficium bis dat, qui dat celeriter; e al quale corrispondono i due versi del Tesoretto di Brunetto Latini (v. 61-62):

Chè donar tostamente
È donar doppiamente.

  1. 159.   Il modo di dare conta più di quel che si dà.
  2. 161.   Dà due volte chi dà presto.