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686 Chi l’ha detto [1892]


ressi, proseguiva: «That is what I meant when told sir Edw. Goschen, that among the reasons which had impelled England to go into the war, the Belgian neutrality treaty had for her only the value of a scrap of paper», cioè, Questo io intendevo dire al Goschen, che fra le ragioni che avevano spinto l’Inghilterra ad entrare in guerra, il trattato della neutralità del Belgio non aveva per lei maggior valore di un pezzo di carta. Questa intervista comparve nei giornali americani del 25 gennaio e fu anche riprodotta in talune riviste, p. es. nell’American Journal of International Law, vol. 9, July 1915, pag. 717. Rispose subito vivacemente sir Edward Grey con un comunicato alla stampa che ha la data del 26 gennaio e che si trova anche nel citato volume dell’Amer., Journ., pag. 718.

La spiegazione può parere stiracchiata, e noi l’accetteremo per quel che vale: ma poichè c’è sempre qualcuno che è più realista del re, ci fu anche chi dette torto al B.-H. di voler rinnegare ciò che aveva detto e detto bene. Fra costoro è il prof. Silvio Perozzi, della università di Bologna, il quale in un articolo pubblicato in Politica (a. III, fasc. III, del 31 gennaio 1920) e intitolato Il mito del trattato (il titolo fu messo dalla direzione della rivista: l’autore aveva invece stabilito di dargli quello di Chiffons de papier) sostiene che «se il signore di Bethmann-Hollweg disse che i trattati non sono che degli stracci di carta, disse tutta la verità e nient’altro che la verità», perchè lo stato di guerra rende nulli tutti i trattati e i trattati non hanno carattere di contratti. Più ragionevoli distinzioni fece il prof. Maffeo Pantaleoni in altro articolo: I «chiffons de papier» nella storia dei diritti internazionali ne La Vita Italiana, del 15 maggio 1918; ristampato nel volume dello stesso Pantaleoni: Politica, Criteri ed eventi (Bari, Gius. Laterza e Figli, 1918), pag. 211-226.

Sono andati alcuni ricercando dei precedenti storici a questa frase così discussa ed è stato ripetutamente nominato un altro sovrano tedesco degli Hohenzollern, Federico Guglielmo IV di Prussia il quale inaugurando personalmente la Dieta l’11 aprile 1847 avrebbe detto qualcosa di molto simile. Ma non è esatto: il re disse che non intendeva trasformare i rapporti naturali fra principe e popolo in rapporti convenzionali, costituzionali, e non ammetteva che fra Dio e il popolo si frapponesse un foglio scritto; egli