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[1890-1891] Le frasi storiche della Grande Guerra 683


quella flotta che dovrebbe avere, noi abbiamo saputo conquistarci un posto al sole. Sarà adesso mio compito di fare in modo che il posto al sole rimanga nostro possesso indisturbato, in modo che i raggi del sole possano illuminare con frutto il nostro lavoro e il nostro commercio nei paesi stranieri«. Lo stesso concetto ripeteva il principe Bernhard von Bülow, parlando del trattato medesimo in Germania Imperiale (trad. ital., Milano 1914, pag. Il6), ch’egli definiva «una delle azioni più importanti della nuova storia tedesca che ci ha assicurato nell’Asia Orientale il nostro posto al sole».

Accanto al sinistro imperatore di Germania bisogna porre l’altro compagno suo di Austria-Ungheria. Franz-Joseph, già ricordato e non con onore in queste pagine (vedi num. 1254). Ma egli era assai meno loquace del giovane collega e qui non mi avviene di ricordare di lui che una sola citazione, e s’intende, ostile all’Italia:

1890.   Ein Treubruch, desgleichen die Weltgeschichte nicht kennt, ist von dem Königreich Italien an seinen beiden Verbündeten begangen worden.1

È tolta dal proclama imperiale (controfirmato dal cancelliere Stürgkh) «ai suoi popoli» datato da Vienna il 23 maggio 1915, che comincia: «Der König von Italien hat mir den Krieg erklärt. Ein Treubruch etc. (cioè, Il re d’Italia mi ha dichiarato la guerra. Un tradimento ecc.)».

E con l’imperatore di Germania deve venire anche il suo primo ministro, il dott. Theobald von Bethmann-Holiweg che fu Cancelliere dell’Impero tedesco (succeduto al Bülow) nei primi anni della guerra, sino al 1917, ed è morto nei primissimi giorni del corrente anno (1921). Fu lui a dire (e i conservatori e nazionalisti gliene fecero aspro rimprovero):

1891.   Not kennt kein Gebot.2

nel distorso pronunziato alla seduta del Reichstag del 4 agosto 1914, subito dopo lo scoppio della guerra, quando fu costretto ad am-

  1. 1890.   Un tradimento di cui la storia non conosce l’uguale, commesso dall’Italia ai danni dei suoi alleati.
  2. 1891.   Necessità non conosce legge.