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676 Chi l’ha detto [1879]


Je fais toujours la guerre. Je cherche à me maintenir en confiance avec nos alliés. La Russie nous trahit: je continue de faire la guerre. La malheureuse Roumanie est obligée de capituler: je continue de faire la guerre et je continuerai jusqu’au dernier quart d’heure».


e) Germania.


Più copiosa messe di frasi ci giunge dalla Germania - nella quale comprendo l’Austria tedesca - anche perchè furono le stesse nazioni dell’Intesa durante la guerra che s’incaricarono di divulgare e di commentare, non sempre serenamente, com’era naturale data la eccitazione degli animi finchè fervevano le ostilità, quelle che sembravano più adatte ai fini della propaganda, cioè a mettere sotto cattiva luce il popolo tedesco, il suo pensiero, i suoi propositi, e ne furono fatte anche delle antologie nelle quali non è da cercarsi la scrupolosità storica. Potrà vedersi, forse non soltanto per curiosità, il volume: 501 Gems of German thought, selected by William Archer (London, T. Fisher Unwin, s. a.). Pure esso ha la tendenziosità dei libri di propaganda scritti allo scopo di documentare le mire ambiziose della Germania, le tendenze pericolose del pangermanismo e del militarismo, ma le citazioni sono abbastanza esatte: sono tutte tradotte in inglese e la traduzione in generale è precisa, però si tratta sempre di pensieri staccati dal testo e dei quali perciò la interpretazione non può essere scrupolosa. Libri di questo genere ne sono usciti parecchi nelle varie nazioni alleate, ma tutti, allo scopo nostro, di scarso valore, assai inferiore a quello dell’Archer: fra mezzo ai moltissimi libri francesi, si può forse fare un’eccezione per quello del François, Condamnés pas eux-mêmes (Paris, Nilsson, s. a.), che non è tutto da gettare e meglio ancora per quello di Jean Ruplinger, Also sprach Germania (Paris, 1918), che raccoglie estratti di opere tedesche pubblicate durante la guerra, spoglio fatto sui libri del Fonds de la Guerre della Biblioteca Municipale di Lione. Ma questi volumi possono offrire un discreto materiale polemico, non una documentazione erudita e quindi mi astengo anche dal ricordarne altri e dal valermi del materiale ch’essi offrono il cui interesse del resto si può dire nella massima parte sorpassato. Tanto per citare una delle innumerevoli frasi da essi raccolte, sceglierò questa che fu popolarizzata in Italia da un bizzarro ingegno: