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672 | Chi l’ha detto | [1876-1877] |
finora la Censura aveva vietato l’ingresso agli scritti del Rolland. In questo volume, com’è noto, il Rolland si leva a giudice della guerra in base agli ideali pacifisti e umanitari da lui sempre professati, sacrificando anche il sentimento patriottico alla smania di apparire giusto e imparziale. Polemiche senza fine e senza misura accolsero la pubblicazione; e non mancarono i libri che scelsero a titoli delle imitazioni o reminiscenze di quello così suggestivo del Rolland. Cito per esempio: Au-dessous de la mêlèe, di Ch. Albert; Nella mischia, risposta di una donna, di Rosalia Gwis-Adami; Des cris dans la mêlèe, di Jean Aicard; Une voix de femme dans la mêlèe, di Marcelle Capy ecc.
1876. Pourvu qu’ils tiennent.1
Sotto a un disegno del famoso caricaturista Forain in un numero de L’Opinion del 1915, si legge questo dialoghetto tra due poilus:
— Pourvu qu’ils tiennent!
— Qui ça?
— Les civils! —
Ma il motto sembra abbia avuto origine più antica e proprio nelle trincee. Uno dei più noti e diffusi tra i giornaletti francesi del fronte, Le Poilu, journal des tranchèes de Champagne (uscito il 15 dicembre 1914) deve gran parte della sua notorietà al bel motto di un piou-piou, accolto e diffuso dal giornale in tutta la Francia: il soldatino interrogato se egli e i suoi compagni sperassero di vincere la guerra, risponde semplicemente: «Sì, basta che i borghesi resistano!». Si veda: Luigi Campolonghi, Giornalismo in trincea, nel Giornale del Mattino, n. 245 del 2 settembre 1915 e Oreste Cipriani, I giornali del fronte e delle trincee, ne La Lettura, del 1° novembre 1915, pag. 1027.
1877. Debout, les morts!2
Parole che ricordano uno dei più eroici episodi della guerra sulla Mosa. Al Bois-Brûlé, presso Saint-Mihiel, l’8 aprile 1915, in una