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38 Chi l’ha detto? [139-141]

Il paragrafo riportato dal Rudinì è dei Capitoli della Compagnia il numero 3. L’on. Luigi Luzzatti in un articolo da lui pubblicato al principio del 1920 (v. Minerva, vol. XL, num. 6, del 16 marzo 1920, pag. 204) narrava di avere ricevuto in dono da Rudinì un esemplare della operetta or ora ricordata con questa singolare dedica: «A Luigi Luzzatti. Questo libro a me donato dall’ammiraglio Saint-Bon, che tenevo in mano quando lessi a Milano nel 1891 il nostro programma finanziario, depongo ora presso di te come ricordo di tempi passati insieme a servizio della patria adorata. La lesina salvò l’Italia! Evviva la lesina! Con affetto fraterno. Roma, 10 giugno 1906. — Rudinì

La citata di sopra

139.   Lente dell’avaro.

come pure le

140.   Economie sino all’osso.

sono altre due frasi proverbiali ejusdem farinæ ma di più antica data, poiché risalgono ai dolorosi giorni del macinato e del ministero Lanza-Sella, severo anzi feroce restauratore delle stremate finanze italiane. E la prima fu detta da Giovanni Lanza, nelle dichiarazioni fatte alla Camera presentando il nuovo ministero da lui presieduto il 15 dicembre 1869, la seconda da Quintino Sella, ministro delle finanze, in una seduta successiva.







§ 8.



Bellezza e bruttezza. Doti del corpo





Che cos’è la bellezza?

141.   Il bello è lo splendore del vero.

secondo la celebre definizione attribuita volgarmente a Platone, ma che certamente non è di lui e forse neppure di nessun plato-