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[1870] Le frasi storiche della Grande Guerra 665


Nè soltanto col Caronti lo Chrzanowski si espresse in quei termini, ma anche col march. Giorgio Pallavicino, il quale in una lettera a Mad. Cornu del 24 aprile 1849 (nelle Memorie dello stesso Pallavicino pubblicate dalla moglie, vol. II, Torino, 1886, pag. 98) scriveva che il generale polacco, del quale egli era un grande amico ed estimatore, gli aveva detto con le lacrime agli occhi: «Avec des généraux qui n’obéissent pas et des soldats qui refusent de se battre, c’est un bien vilain métier que celui du général en chef».

E il generale Nicola Carlo Oudinot, mentre a Civitavecchia negoziava coi rappresentanti della repubblica romana: «È voce - ci ha lasciato scritto il Farini (Lo Stato romano dal 1815 al 1850, III ediz., Firenze, 1853, vol. IV, pag. 17) - che a coloro i quali affermavano certa la resistenza di Roma rispondesse: Gli Italiani non si battono»: e concludeva il capitolo, dopo aver narrata la battaglia del 30 aprile e detto che «alle due del mattino seguente il generale Oudinot scrisse notizia del sinistro caso al Governo francese chiedendo pronti e poderosi aiuti. Gli Italiani si battevano». Ma l’on. Meda nella polemica già ricordata, dubita dell’esattezza di questo racconto.

Il Lamoricière, che già l’anno prima aveva dalla tribuna francese gettata la medesima accusa, non si mostrava più benevolo liberali italiani dodici anni più tardi, quando venne a Roma a comandare il piccolo esercito pontificio, cui Cialdini doveva dare a Castelfidardo il 18 settembre i860 una così dura lezione. In una lettera, pubblicata dal Keller nella vita che scrisse di lui (to. II. pag. 245), il Lamoricière diceva: «En France et en Europe, on voit la Révolution ici avec des grossissants, qui augmentent et défigurent tout. La manifestation hostile de l’avant dernière dimanche [in Roma] a été dispersée par cinquante gendarmes. Les émeutiers étaient payés vingt et un sous. Comme ils ont été battus on prétend que le prix de la journée s’élèvera au double la première fois. S’il y avait eu mort d’homme, le prix se serait élevé à un écu romain. 5 francs 37 centimes, tant est grand le désir de chacun de sauver sa peau». E il nome dello sconfitto di Castelfidardo richiama alla memoria la nota operetta del conte di Ségur Les Martyrs de Castefidardo Parigi 1861 e molte ediz. successive), nella quale in principio del cap. II (pag. 27) è detto che «il lui (al Pontefice) manquait deux choses que l’Italie ne pro-