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Chi l’ha detto |
[1866] |
nel Giornale storico della letteratura italiana, XXII, 1893, pag. 335-353, e poi nel volume di studi dello stesso Novati, Attraverso il medioevo, Bari, 1905, pag. 117-151). Secondo l’illustre medievalista essa ebbe origini goliardiche e già sui primi del secolo XII era tradizionale fra le gaie torme degli studenti brulicanti lungo le rive della Senna. Fu diffusa specialmente ad opera dei giullari e passò quindi nella letteratura dotta e fu anche narrata in una breve elegia latina De lombardo et lumaca che in qualche manoscritto va nientedimeno che sotto il nome di Ovidio e che in ogni modo non è priva di garbo e di spirito comico nella rappresentazione del Lombardo avido di gloria e della fida consorte trepidante per lui, per sè, per i teneri figliuoletti! Il Novati crede ch’essa appartenga alla seconda metà del secolo XII. È da notarsi che talora in luogo della lumaca fu messa la testuggine ma il fondo della novella resta sempre il medesimo. Così, ad esempio, Giovanni da Salisbury (Johannes Sarisberiensis) scrive nel Polycraticus, sive De nugis curialium et vestigiis philosophorum, dedicato nel 1159 al Cancelliere Becket : «Aemilianos et Ligures Galli derident, dicentes eos testamenta conficere, viciniam convocare, armorum implorare praesidia, sì finibus eorum testudo immineat, quam oporteat oppugnari: quod ex eo componitur, quod eos numquam cuiuscumque certaminis invenit imparatos» (lib. I, cap. IV, in Maxima Biblioth. Veterum Patrum, to. XXIII, Lugd. 1677, pag. 247. G): e qui lo scrittore vuole con la benevola interpretazione attenuare l’amarezza del sarcasmo, fin d’ allora tradizionale. Più tardi la beffa fu ripetuta, non più a carico dei soli Lombardi o degli Emiliani 0 dei Liguri, ma degli Italiani in genere. Da Odofredo, il grande giureconsulto dello Studio Bolognese, sappiamo che a’ suoi tempi (verso il 1230) gli scolari francesi solevano, per ingiuriare un italiano, dipingere sui muri la lumaca o l’orso (altra allusione di cui neppure il Novati afferra il significato); e ancora sui primi del secolo XIV Giovanni Villani narrava: «È da notare una favola che si dice e dipigne in Francia per dispetto degli Italiani. E’ dicono ch’ e’ Lombardi hanno paura della limaccia, cioè la lumaca» (Istorie fiorentine, lib. IX, cap. CVIII). Vittorio Rossi ha raccolto nell’Emporium (vol. XXII, n. 129, settembre 1905, pag. 195-200) alcune antiche rappresentazioni figurate di questo burlesco duello del Lombardo con la lumaca.