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[1843] Le frasi storiche della Grande Guerra 631


destinées des nations belligérantes. Nous sommes animés d’une douce espérance, celle de les voir acceptées et de voir ainsi se terminer au plus tôt la lutte terrible, qui apparaît de plus en plus comme un massacre inutile». E nella versione italiana il massacre inutile diventò inutile strage. Mi viene additata una possibile fonte della frase in un discorso di Terenzio Mamiami nella prima tornata dei Consigli Deliberanti il 9 giugno 1848: «Testimonio essendo il Pontefice [della insurrezione dell’Italia contro l'Austria] e d’altra parte abborrendo egli, pel suo ministero santissimo, dalle guerre e dal sangue ha pensato.... d’interporsi fra i combattenti, e di fare intendere ai nemici della nostra comune patria, quanto crudele ed inutile impresa riesca ormai quella di contendere agli italiani le naturali frontiere....». Si allude alla nota lettera di Pio IX all’imperatore d’Austria del 3 maggio 1848. La derivazione potrà essere dubbia, tuttavia il raffronto delle due frasi si presta a molte singolari considerazioni.

Come fossero interpretate in certi ambienti le parole di Benedetto XV non fa bisogno di qui ricordare; ma conviene lealmente riconoscere che una dichiarazione ufficiale comparsa nell’Osservatore Romano del 4 settembre deplorava le «ingiustificate ed eccessive interpretazioni» della nota pontificia, biasimando specialmente l’articolo pubblicato dal cattolico Corriere del Friuli del 17 agosto, col titolo La risposta alle trincee e ordinando che quel giornale cessasse affatto le sue pubblicazioni. Già l’autorità militare l’aveva sospeso per 15 giorni e ne aveva internato il direttore don Gabriele Pagani che fu poi sottoposto a processo ma assolto, poichè resultò che l’articolo stesso, veramente deplorevole, era «dovuto - come affermò un degno sacerdote alla Commissione d’Inchiesta per Caporetto (Relaz. cit., vol. II, pag. 501; - alla stupidità di un redattore e non al direttore il quale è un prete bergamasco altamente patriottico».

Vanno anche raccolte alcune frasi di socialisti a cominciare dai due famosi aggettivi:

1843.   Idiota e nefando.

Nella tornata della Camera del 7 marzo 1916, l’on. Filippo Turati, in una dichiarazione di voto fatta a nome suo e dei colleghi di gruppo, rilevando l’accusa fatta e alla Camera e nella