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608 | Chi l’ha detto? | [1815-1816] |
eine Sache zu streiten, die nicht seinem eigenen Interesse angehört». I giornali tedeschi nel riferire questa fonte commentavano ironicamente che Bismarck nella sua brutale franchezza, non si era sognato di chiamare sacro il suo egoismo!
La seconda frase storica dell’on. Salandra è quella delle:
1815. Giuste aspirazioni.
nel discorso da lui pronunciato alla Camera dei Deputati il 3 dicembre 1914, annunziando le dimissioni del precedente gabinetto pure da lui presieduto e comunicando la costituzione del nuovo di cui esponeva il programma: «Nelle terre e nei mari dell’Antico Continente, la cui configurazione politica si va forse trasformando, l’Italia ha vitali interessi da tutelare, giuste aspirazioni da affermare e sostenere, una situazione di grande potenza da mantenere intatta, non solo, ma che da possibili ingrandimenti di altri stati non sia relativamente diminuita» (Atti Parlamentari, Camera dei Deputati, Legisl. XXIV, Discussioni, vol. VI, pag. 5533). E finalmente è ancora dell’on. Salandra la frase
1816. La nostra guerra è santa.
Nel fiero, elevato discorso che il presidente del Consiglio pronunziò in Campidoglio il 2 giugno 1915, intervenendo alla seduta del Comitato romano per la mobilitazione civile, e col quale degnamente rispose alle ingiuriose ciance di Bethmann-Hollweg, egli disse, in principio: « .... giusta è la causa che ci ha mossi e la nostra guerra è una guerra santa». E poichè tutto il discorso si aggirò su questi due punti, la giustizia della nostra causa, la santità della nostra guerra, il discorso stesso prese il titolo anche più incisivo: La nostra guerra è santa, e con tale titolo è, fra le moltissime edizioni che ne furono fatte in Italia e fuori, in quella che si può dire la edizione ufficiale, stampata a Roma, dalla Tipografia del Senato. In questa edizione la frase citata è a pag. 4. Un eloquente commento del discorso Salandra fu fatto dal prof. Giovanni Vidari, della Università di Torino, in una conferenza tenuta una settimana dopo, il 9 giugno, alla Società di Coltura di Torino: «E come ha parlato, che cosa ha detto Antonio Salandra? O meglio, che cosa significa il suo discorso? Che la nostra guerra è santa? che è voluta da Dio, benedetta da Dio? Lo sapevamo;