Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
1810-1812 | Le frasi storiche della Grande Guerra | 605 |
Della sua mirabile condotta in questo conflitto tutti parlarono: aneddoti su di lui, frasi da lui dette, furono raccolte da molti e specialmente in un bel volumetto di Bruno Astori e Pirro Rost, Il Re alla guerra (Firenze, Bemporad, 1918), ma poco vi sì troverà che faccia al nostro caso.
Quando, appena dichiarata la guerra all’Austria il 23 maggio 1915, il Re partì per il fronte per assumere il comando supremo delle forze mobilitate, dal Gran Quartiere Generale rivolse ai soldati di terra e di mare il 26 maggio un proclama nel quale fra altre cose è detto: «.... Soldati, a voi la gloria di piantare il Tricolore d’Italia su
1810. I termini sacri che natura pose a confine della Patria nostra,
a voi la gloria di compiere, finalmente, l’opera con tanto eroismo iniziata». La bella frase del proclama reale fu ripetuta nella epigrafe messa in testa ai vari elenchi ufficiali di ricompense al valor militare ai morti in combattimento o in seguito a ferite, pubblicati in parecchie dispense del bollettino ufficiale del Ministero della Guerra: «Per rivendicare “i termini sacri che natura pose a confine della Patria” affrontarono impavidi morte gloriosa»: e fu ricordata dal Re medesimo nel telegramma di risposta al Sindaco della capitale che gli aveva rivolto il solito telegramma augurale il 20 settembre 1920, cinquantesimo anniversario della redenzione di Roma: «.... Vogliono i destini d’Italia che al compiersi del cinquantenario si celebrino, conquistati per virtù di popolo e di esercito eroici, gli inviolabili termini segnati dalla natura e dalla storia».
Il vibrante proclama diretto dal Re alla nazione dopo le tristi giornate di Caporetto, dato dal Quartiere Generale il 10 di novembre 1917 e che reca le firme del Sovrano e di tutto il ministero Orlando, contiene due frasi, l’una di seguito all’altra, divenute meritamente famose:
1811. Cittadini e soldati, siate un esercito solo!
1812. Ogni viltà è tradimento, ogni discordia è tradimento, ogni recriminazione è tradimento.