Pagina:Chi l'ha detto.djvu/635


Le frasi storiche della Grande Guerra 603

un libro dalla Germania è impresa non sempre agevole. In ogni modo il lettore benevolo accolga questa mia fatica come un primo tentativo al quale sarà più facile di fare più tardi aggiunte e correzioni; se il volume avrà ancora la sorte di un’ottava edizione, pure questo capitolo potrà essere migliorato, riveduto e ampliato; se me ne mancheranno le forze e la possibilità, altri assolverà il compito con maggior lena.

Molte di queste difficoltà sarebbero state assai minori, se il mio tentativo di raccogliere le frasi storiche della Grande Guerra avesse avuto dei precursori. Ma io credo di essere il primo a fare una raccolta sistematica di queste frasi e se da una parte mi compiaccio di inoltrarmi in una via finora così poco battuta, dall’altra trovo che in tali condizioni la fatica non è piccola e i resultati sono manchevoli. In Francia nei primi mesi del 1915 uscì un volume di Paul Souchon, Les mots héroïques de la guerre (Paris, Larousse, s. a.), ma chi si fidasse del titolo, s’illuderebbe molto: non si tratta che di una raccolta di aneddoti di guerra, col racconto di gesta mirabili e di frasi eroiche, tolte dai giornali del tempo; è quindi una compilazione a tesi, senza critica, senza indicazione di fonti, salvo i titoli generici dei giornali dai quali l’aneddoto è tolto. Chi conosce come fossero fatte di maniera le corrispondenze di guerra dei giornali politici, capisce in qual conto possa aversi un tale libro, il cui autore del resto avverte nella prefazione ch’egli non garantisce l’autenticità dei fatti, non avendone potuto verificare la esattezza, ma ciò che gl’importa è che ces mots héroiques soient vraisemblables! Della stessa forza è un articolo dei primi mesi della guerra, Mots et gestes héroïques, di Victor Du Bled, nella Revue hebdomadaire del 1914, n. 39, pag. 3. In compenso la letteratura francese ha nel libro, ben fatto e interessante, di Albert Dauzat, Légendes prophéties et superstitions de la guerre (Paris, «La Renaissance du Livre», s. a. ma 1919), un curioso paragrafo sopra i mots historiques, sul loro valore sociale, sulle frasi autentiche e sulle apocrife: ci sono anche taluni esempi, ma pochi (pag. 108-111). Ho anche avuto a mano un almanacco inglese, il Daily Mail Year Book for 1918, che a pag. 97 contiene un elenco di Famous Sayings of the War: Words wise and otherwise, cosa breve e senza pretese, da almanacco, ma che pure mi è stata utile: e poi null’altro, nè so che altro esista,