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602 | Chi l’ha detto? |
landesi (si veda Ch. Dörig nel n. 6 del Bulletin der Studiengesellschaft für Sociale Folgen des Krieges, di Copenaghen 1920; e lo studio del dott. Livio Livi nella Rivista Internazionale di Scienze Sociali e discipline ausiliarie, gennaio 1921); del resto la perdita complessiva di vite umane in Europa, tenendo conto dei morti di privazioni e della diminuita natalità, è calcolata dal Dörig stesso a milioni 35, 38; mentre Georg Wolff, in una rivista socialista tedesca (Socialistische Monathefte, Berlin, 17 gennaio 1921) giunge a risultati anche più melanconici, poichè calcola la perdita totale di vite a oltre 40 milioni, dei quali 12 milioni morti in battaglia. I soli morti italiani (compresi quelli caduti in Francia, in Macedonia e in Albania) furono 496.921, oltre a 900.000 feriti. - Ma non soltanto di sangue si è abbeverata la guerra: essa ha anche coperto il mondo di rovine senza limite, che una statistica ufficiale americana calcola nella enorme cifra di 190 miliardi di dollari: ha sconvolto la carta geografica di quattro parti della Terra (restandone immune la sola America), non ancora bene assestate: ha portato negli spiriti e nei cuori un turbamento che ancora non è sedato: e come ha lasciato orme profonde nella storia, nella geografia, nella economia mondiale, le ha lasciate anche nella vita sociale, nel costume, nella lingua. Le frasi storiche alle quali essa ha dato origine, meritavano di essere raccolte: ed io ho voluto riunirle in questo nuovo paragrafo aggiunto del mio Chi l’ha detto?, pensando che l’interesse che potevano presentare nel loro complesso, prevalesse almeno pel momento ad ogni altra considerazione di opportunità, che poteva suggerire di distribuirle secondo il loro particolare significato negli altri paragrafi del libro.
Non è stato davvero facile di mettere insieme questa modesta scelta. Tutti i ricercatori sanno come sia arduo il risolvere certi piccoli problemi di storia contemporanea e si abbiano spesso a propria disposizione fonti più sicure e copiose per i fatti del medioevo che per quelli di cui pure la nostra generazione fu testimone. Si aggiungano le difficoltà specifiche date dalla incertezza delle informazioni, dalla censura, dalla passione politica e dagli altri ostacoli di ogni genere che hanno impedito e impediscono a tutt’oggi le libere comunicazioni intellettuali. Oggi ancora le fonti bibliografiche sulla produzione libraria dei paesi stranieri, massime su quella dei paesi già nemici, scarseggiano o mancano addirittura e il far venire