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[108] Amore 31

La musica fu attribuita al Donizetti, ma a torto. Il fatto è che per molto tempo a Napoli non si cantava altro, quindi ci fu chi, annoiato di tanto entusiasmo, rispose per le rime:

Addio, mia bella Napoli,
Fuggo da te lontano.
Perchè pensier sì strano —
Tu mi dirai — perchè?
Perchè mi reca nausea
Quella canzone omai:
Ti voglio bene assai
E tu non pensi a me.
Andrò nell’Arcipelago,
O pur nel Paraguay,
Chè m’ha seccato assai
Quel: Tu non pensi a me.

Vedi Amilcare Lauria, nella Nuova Antologia, 1º sett. 1896, pag. 125; e anche il Martorana, Notizie biogr. e bibliogr. degli scritt. del dial. napolet., pag. 362, dove si narra di una riduzione della stessa canzone ad argomento sacro, improvvisata dal Sacco per desiderio del card. Riario Sforza, arciv. di Napoli.

E la poesia melodrammatica? o questa sì che non finirebbe più. Pure qualcosa, dalle opere italiane più note, che su per giù sono le più antiche, non si può fare a meno di citare. Chi non le vuole le salti.

108.         Il buio, la pioggia, la neve
        Sgomentare l’amante non deve.

nella Pianella perduta nella neve (a. I, sc. I), notissima farsa in prosa e musica, che ha fatto la delizia di varie generazioni, ma che però non è italiana di origine, bensì francese: il compianto cav. Landi, fondatore della stamperia dalla quale esce questo volume, aveva fra i suoi libri una vecchia edizione di questa farsa col seguente titolo: La pianella persa farsetta in prosa con musica trasportata Dall’Idioma Francese in Italiano. Firenze 1829. Vendesi da Giovanni Berni libraio, e negoziante di strumenti armonici, un opuscolo di 24 pag. in 16º.