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[1587-1590] | Schiettezza, verità, bugia, simulazione, ecc. | 533 |
ferire una frase già proverbiale ai tempi suoi. Anche Giordano Bruno nell’operetta De gli heroici furori, di cui la prima ediz. ha la data di Parigi, 1582, nella parte II, dial. III, fa dire a Laodonio: Se non è vero, è molto ben trovato.
Il bugiardo ha bisogno di un’eccellente memoria per non tradirsi ed aver sempre presenti le menzogne raccontate: quindi la sentenza latina, quod vulgo dicitur:
1587. Mendacem memorem esse oportere.1
(Quintiliano, Instit. orat., lib. IV, 2, 91).
donde Corneille nel Menteur (a. IV, sc. 5) trasse il verso:
Il faut bonne mémoire, après qu’on a menti.
Già ricordammo a suo luogo (n. 450) una sentenza del Machiavelli nel Principe la quale può sembrare di legittimare, in un certo modo, la condotta di coloro che si studiano di parere assai più di quel che sono; ma questo però non arriva fino a scusare quel vizio che è chiamato:
1588. Venerabile Impostura.
nel primo verso dell’ode L’Impostura del Parini, e meno che meno l’ipocrisia, benchè ci sia chi voglia giustificare anche questa dicendo che
1589. L’hypocrisie est un hommage que le vice rend à la vertu.2
(La Rouchefoucauld, Maximes, § CCXVIII).
e aggiunge anche con maggior cinismo che
1590. Nos vertus ne sont le plus souvent que des vices déguisés. 3
massima che egli pose come epigrafe alle due ultime edizioni delle Refléxions ou sentences et maximes morales fatte lui vivente (1675,