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[1503-1504] Sanità, malattie 509


Sì si starebbe un agno intra due brame
          Di feri lupi, Egualmente temendo;
          Sì si starebbe un cane intra due dame.

(Paradiso, c. IV, v. 1-6)


Vedansi anche i versi di Ovidio nel lib. V delle Metamorfosi (v. 164-166):

     Tigris ut, auditis diversa valle duorum
     Exstimulata fame mugitibus armentorum,
     Nescit, utro potius ruat; et ruere ardet utroque.






§ 66.

Sanità, malattie



1503.   Mens sana in corpore sano.1

(Giovenale, Sat. X, V. 356).

era secondo gli antichi l’ideale della perfezione umana e la preghiera che doveva rivolgersi alla Divinità.

Notissimo è rimasto, fra i pochi aforismi delle diverse scuole mediche noti anche ai profani, il seguente:

1504.   Similia similibus curentur.2

ch’è il canone fondamentale della scuola omeopatica, bandito da Samuel Hahnemann (1775-1843) nel celebre suo libro Organon der Heilkunst (di cui la prima edizione è del 1810); il principio opposto è quello della medicina antipatica, formulato contraria contrariis. L’uno e l’altro furono già enunciati (ma con minor precisione) da Tomm. Erastus (Disputat. et epist. mediæ, Tiguri, 1595) e dal danese Stahl (in Jo. Hummelii, Comment de arthritide, Budingæ, 1738, pag. 40-42); ma egualmente l’uno

  1. 1503.   Mente sana in corpo sano.
  2. 1504.   I simili si curino con i simili.