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[1445-1446] Religione, Iddio 487


che ai credenti ha suggerito il motto:

1445.   Credo quia absurdum.1

Anche questa frase è una delle molte sentenze riassuntive foggiate da autore ignoto allo scopo di compendiare in sè le dottrine e le opinioni di vari scrittori. La si attribuisce dai più a S. Agostino: ma, se qualcosa negli antichi padri vi si avvicina, desso è uno squarcio di Tertulliano. De carne Christi, cap. V, che suona: «Natus est Dei Filius: non pudet, quia pudendum est; et mortuus est Dei Filius: prorsus credibile est; quia ineptum est: et sepultus, resurrexit: certum est, quia impossibile est

A proposito dei dommi che sono di fede nella chiesa cattolica, troviamo negli Inni Sacri di Alessando Manzoni, parlando della Risurrezione, la seguente immagine:

1446.             Come un forte inebriato
          Il Signor si risvegliò.

Ad alcuni parrà irriverente il paragone di Cristo con un soldato ubriaco: ma proprio la colpa non è del poeta, è della Bibbia che con immagine potente, nel Salmo LXXVII, v. 65, così dice:

Et excitatus est tamquam dormiens Dominus, tamquam potens crapulatus a vino.

Al Manzoni piacque questa similitudine orientale, e se ne valse: vedasene la giustificazione in Venturi, Gl’Inni Sacri e il Cinque Maggio di A. Manzoni dichiarati e illustrati (1889. pag. 47-48). Del resto la Bibbia ne ha delle peggiori, poichè in più luoghi paragona il Signore (sia detto con riverenza) a un ladro, e anzi la metafora pare fosse di gusto ebraico, poichè c’insiste spesso e volentieri. Citerò soltanto la Epist. B. Pauli ad Thessal. (I, cap. V. v. 2): Quia dies Domini, sicut fur in nocte, ita veniet, e lo stesso è detto nella Ep. II B. Petri (cap. III, v. 10), e l’Apocalisse (cap. III, v. 3): Veniam ad te tamquam fur (è Iddio che parla), e più oltre (cap. XVI, v. 15): Ecce venio sicut fur.

  1. 1445.   Lo credo perchè è assurdo.