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486 Chi l’ha detto? [1440-1444]

           A compir le belle imprese
L’arte giova, il senno ha parte;
Ma vaneggia il senno, e l’arte,
Quando amico il Ciel non è.

(L’Eroe Cinese, a. i, sc. 7).

Se sugli attributi divini interroghiamo i classici, che finora consultammo su tanti argomenti, troveremo levata a cielo anzi tutto la onnipotenza di Dio,

1440.   Nihil esse, quod deus efficere non possit.1

(Cicerone, De natura deorum, lib. iii, c. 39).

nè altrimenti la Bibbia:

1441.   Quia non erit impossibile apud Deum omne verbum.2

(Evang. di S. Luca, cap. i, v. 37).

Un nostro grande poeta nazionale invocherà

1442.             Il Dio che atterra e suscita,
          Che affanna e che consola.

In Dante leggeremo come la prescienza divina delle cose future non sia inconciliabile con il libero arbitrio:

1443.        La contingenza, che fuor del quaderno
          Della vostra materia non si stende,
          Tutta è dipinta nel cospetto eterno.

(Paradiso c. XVII, v. 37-39).

Ma questa è materia di fede, di quella

1444.             Bella Immortal! benefica
          Fede ai trionfi avvezza.

(Manzoni, Il Cinque Maggio, ode).
  1. 1440.   Nulla c’è che Dio non possa fare.
  2. 1441.   Imperocchè nulla sarà impossibile a Dio.