Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
480 | Chi l’ha detto? | [1417-1418] |
Précieuses del secolo xvii, la quale del resto non avrebbe fatto che dare forma più calzante a una sentenza degli Essais di Montaigne, Peu d’hommes ont esté admirez par leurs domestiques, o alle parole del Maresciallo di Catinat: Il faut être bien héros pour l’être aux yeux de son valet de chambre. Ma a tal proposito acutamente osservava Giorgio Hegel nelle Vorlesungen über die Philosophie der Geschichte (Introduzione; nella ediz. di Berlino 1848, a pag. 40): «Für einen Kammerdiener giebt er keinen Helden, ist ein bekanntes Sprüchwort: ich habe hinzugesetzt und Goethe hat es zehn Jahre später wiederholt nicht aber darum, weil dieser kein Held, sondern weil jener der Kammerdiener ist» (cioè: Per un cameriere nessuno è eroe, dice un noto proverbio; e io ho soggiunto — e Goethe l’ha ripetuto dieci anni più tardi — che ciò accade, non perchè l’eroe non sia eroe, ma perchè il cameriere è cameriere). Non so dove l’Hegel abbia fatto primitivamente questa osservazione, ma posso citare le parole di Goethe nel romanzo Die Wahlverwandtschaften (II. Th., V. Kap., in fine): «Es gibt, sagt man, für den Kammerdiener keinen Helden. Das kommt aber bloss daher, weil der Held nur vom Helden anerkannt werden kann. Der Kammerdiener wird aber wahrscheinlich seinesgleichen zu schätzen wissen». La stessa cosa fu pure detta più tardi da Enrico Heine.
Da un antico dettato francese del secolo xv:
1417. On ne peut contenter tout le monde et son père.1
trasse La Fontaine la morale della sua favola Le Meunier et son fils (Fables, lib. III, fab. 1, v. 64-65):
.... Est bien fou du cerveau
Qui prétend contenter tout le monde et son père.
1418. Glissez, mortels, n’appuyez pas.2
è l’ultimo verso di una quartina che il poeta Pierre Charles Roy (1683-1764) pose sotto ad un’incisione di Nicolas de Larmessin, rappresentante una scena di patinaggio: