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478 Chi l’ha detto? [1413]


La sentenza:

1413.   Il fine giustifica i mezzi.

è evidentemente uno dei molti aforismi foggiati dalla coscienza popolare, condensando, per così dire, il succo di varie frasi analoghe, talvolta di autori diversi. Si è cominciato col dirlo del Machiavelli: ma nelle opere del Segretario Fiorentino non si trova, benchè il libro del Principe contenga (cap. XVIII) un periodo che su per giù esprime il medesimo concetto: « elle azioni di tutti gli uomini, e massime de’ Principi, dove non è giudizio a chi reclamare, si guarda al fine. Facci adunque un Principe conto di vivere, e mantenere lo Stato: i mezzi saranno sempre giudicati onorevoli, e da ciascuno lodati.» Perciò in questa sentenza si è voluto vedere il principio fondamentale del cosiddetto machiavellismo; sul quale argomento vedasi anche la magistrale opera di P. Villari, Niccolò Machiavelli e i suoi tempi (Firenze, 1877-82, vol. III, pag. 370-82) e il Tommasini, La vita e gli scritti di N. M., vol. I, pag. 4, n. 1, dove sono studiate le origini della parola machiavellismo.

D’altra parte si è detto da altri che l’aforisma medesimo era la quintessenza della morale gesuitica e probabilmente il primo che ciò affermasse, fu Pascal nelle famose Provinciales ou lettres escrites par Louis de Montalte à un provincial de ses amis (1656, 7me lettre), dove fa dire a un gesuita: « Nous corrigeons le vice du moyen par la pureté de la fin». Ma veramente in nessun moralista gesuita si trova in tal forma. Il Busenbaum nella Medulla theologiœ moralis (lib. VI, tract. VI, cap. II, dubium II, De usu matrimonii) scrive: Cui licitus est finis, etiam licent media; il Laymann nella Theol. moral. (Monach., 1625, pars III, n. 11): Cui concessus est finis, concessa etiam sunt media ad finem ordinata; l’Illsung nell’Arbor scientiæ (Dilingæ, 1693, pag. 153): Cui licitus est finis, illi licet etiam medium ex natura sua ordinatum ad talem finem; il Wagemann, nella Synops. theol. moral. (Œniponti, 1762, pars I, pag. 28, n. 28): An intentio boni finis vitietur per electionem medii mali? Non, si intendatur finis sine ullo ordine ad medium. E così in molti altri trattati di casuistica morale. Ma è dovere di imparzialità di avvertire che queste sentenze non hanno il significato cinico che per spirito di parte si è voluto attri-