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[1385-1388] | Re e principi. Corte e nobiltà | 467 |
che fu detto di Aladino tiranno di Gerusalemme e del mago Ismeno: e fu tolto da Pier Jacopo Martello come tìtolo di un suo curioso dramma, di cui gl’interlocutori sono tutte bestie, e dedicato pure ad un’altra bestia, al suo cane Po.
Eppure le corti dovrebbero essere ben diverse se coloro che le compongono si ricordassero sempre del motto della loro casta:
1385. Noblesse oblige.1
1386. Oh gran bontà de’ cavalieri antiqui!
1387. Les grands noms abaissent, au lieu d’élever ceux qui ne les savent pas soutenir.2
Altrimenti meglio essere modesti borghesi, di quelli che onorando il loro umile nome con la vita onesta ed operosa, si appagano di un semplice casato, senza titoli nè particelle nobiliari, ossia come disse il poeta milanese:
1388. E bott lì, senza nanch on strass d’on Don.3