[1381-1382] |
Re e principi. Corte e nobiltà |
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sigenza portò qualche eccezione l’attuale Pontefice con l’enciclica Pacem Dei munus pulcherrimum, del 23 maggio 1920.
E anche pochissimo gentile è quest’altra frase per la corona ferrea, simbolo in Italia della regalità:
1381. È settentrional spada di ladri
Tòrta in corona.
(
Giusti,
L’incoronazione, str. 22).
La
corona ferrea che si conserva a Monza nel Tesoro del Duomo, cui fu donata dalla
regina Teodolinda, contiene, secondo una tradizione molto tarda, un anello di ferro formato per volontà di S. Elena con uno dei chiodi della croce di N. S. Ma la leggenda è destituita di ogni fondamento, e il
Venturi (
Storia dell’Arte Italiana, II, p. 72 e seg.) dimostra che la corona, prima di essere sospesa come corona votiva, era con tutta probabilità un collare o un braccialetto, un
torquis portato da una regina barbara. La corona che fu detta
ferrea per la prima volta in una cronaca del
xiii secolo, è divenuta il simbolo della regalità italiana.
Sono popolari, e si citano di frequente, se non testualmente, almeno nel concetto ch’essi racchiudono, i due versi seguenti:
1382. Quando la gente non avea farina.
Lo re diceva: mangiate pollame.
tratti da uno degli stornelli più conosciuti di
Francesco Dall’Ongaro, intitolato
C’era una volta, e scritto a Roma nel 1849:
C’era una volta un re e una regina,
Che al sol vederli passava la fame,
Viveano a starne, vestivan di trina,
Per la felicità del lor reame,
Quando la gente non avea farina,
Lo re diceva: mangiate pollame.
Il quale ultimo verso ricorda l’altro motto, certamente apocrifo, ma non per questo meno popolare, attribuito a una principessa di Francia:
Mangez de la brioche. La novelletta è, molto probabilmente, inventata di sana pianta, ma quel che è certo, è ch’essa non può attribuirsi, come una sciocca calunnia ha voluto far credere. a
Maria Antonietta, perchè essa era già popolare nella