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442 Chi l’ha detto? [1305-1307]


fosse rammentato alla coronazione di ogni nuovo papa, ma lo smentisce Daniele Papebrochio nel Conatus chronico-historicus ad catalog. Romanorum pontificum negli Acta SS., Maii vol. VIII, p. 14. Si veda pure Besso, Roma e il Papa nei proverbi e nei modi di dire, nuova ediz., pag. 200.

Non conosco frasi benevole verso i frati che abbiano avuto la virtù di passare in tradizione: le poche che ricordo (e le pochissime che citerò) sono tutte ostili.

La frase:

1305.   Quand vous semez du Jésuite, vous récoltez du révolté.1

fu detta dal principe Girolamo Napoleone alla Camera dei Deputati a Versailles il 24 novembre 1876. Vedi il Journal officiel de la République française, 25 novembre 1876.

Dopo la soppressione degli ordini religiosi divennero di attualità i due versi faceti:

1306.   Poveri frati! avvezzi a nun fa’ niente,
Chi sa quanti ne stianta dar dolore.

tratti da uno dei sonetti in dialetto pisano di Neri Tanfucio (Renato Fucini) intitolato La soppressione de’ onventi (son. LXVII). Come anche molto tempo avanti si ricordavano piacevolmente quelli del favoleggiatore toscano:

1307.                                 ....Fra Pasquale,
Che nella cella tacito dimora,
Ch’ha una pancia sì grossa e sì badiale,
Che mangia tanto e predica il digiuno,
Che chiede sempre, e nulla dà a nessuno.

(Lor. Pignotti, Il topo romito, favola).


Chiudo finalmente con un epigramma di Vittorio Alfieri, che riassume i sentimenti di lui verso tutto il mondo clericale, frati, preti, cardinali, pontefici:


  1. 1305.   Se seminerete dei gesuiti, raccoglierete dei ribelli.