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426 Chi l'ha detto? [1256]

done l’autorità consentita la collocazione in luogo pubblico ― e il rogito della consegna avvenuta il 27 giugno 1886. Era detto nel rogito che la Società Operaia accettava in deposito il monumento, con la condizione «che lo renderà al popolo italiano quando sarà fatta la redenzione nazionale di quel terreno e di quella popolazione della patria che è ancora sotto dizione austriaca o non appena il popolo italiano sorgerà forte di propositi e d’opere, sgombri gli ultimi impedimenti della debolezza servile, ad affermarla a viso aperto e volerla». Trent’anni occorsero prima che il voto del Poeta si adempisse: e nella notte sul 3 settembre 1916 la lapide, tolta dalla prima sua sede, fu murata nell’interno del Palazzo Comunale, nel primo cortile. Per la storia dell’episodio si veda l’interessante libretto di Albano Sorbelli, Carducci e Oberdan, 1882-1916 (Bologna, Zanichelli, s. a.).







§ 56.



Piacere, dolore





Ad esprimere la letizia sincera e generale, non potrebbe trovarsi di meglio che il verso:

1256.   Tutto è gioia, tutto è festa.

ch’è il primo del melodramma di Felice Romani, La Sonnambula, musicato dal Bellini; ed è pure ripetuto in un coro del Rigoletto, parole del Piave, musica del Verdi (a. I, sc. 5). Ma forse il Romani adattò al suo melodramma un verso di una canzone, popolarissima a Napoli sul principio del secolo, intitolata La bella Sorrentina, e attribuita a certo I. Capecelatro:

Io ti vidi a Piedigrotta,
Tutta gioia, tutta festa, ecc.

Amilcare Lauria crede che l’ispirazione della Sorrentina dovette necessariamente venire dal bellissimo duetto del Rossini, La remigata veneziana.