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410 | Chi l’ha, detto? | [1226-1228] |
Carneades iste qui fuerit?» — Il Manzoni aveva studiato il gran dottore africano, e ne fa fede la lettera sua al Poujoulat nella quale da par suo cerca di determinare dove precisamente sorgesse il celebre Cassiacum, ove Agostino si era ritirato con la madre, il figlio e gli altri amici, per prepararsi al battesimo. E notisi che il dialogo contra Academicos è opera nata dalla conversazione di Agostino e de’ suoi compagni durante il tranquillo soggiorno di Cassiaco. Non parrà dunque più strana, dopo queste considerazioni, l’ipotesi che il Manzoni, scrivendo i Promessi Sposi, ricordasse il nescio Carneades iste qui fuerit; e lo facesse dire al povero don Abbondio, come saggio della non troppo ampia cultura del clero d’allora» (Nino Tamassia, nel Giorn. stor. della lett. ital., volume XXI, pag. 182).
Nerone, il bieco e crudele tiranno, che vive ancora travestito sotto strane leggende nella fantasia del popolo, ha il suo posto nel Chi l’ha detto? per le sue ultime parole:
1226. Qualis artifex pereo!1
dette da lui morente.
Papa Celestino V, ossia Pietro Angeleri, che fu eletto pontefice il 5 luglio 1294 e dopo soli sei mesi di pontificato, depose la tiara e si ritirò in un convento, fu santificato dalla Chiesa ma bollato dall’Alighieri con le parole:
1227. ...Colui
Che fece per viltà lo gran rifiuto.
Ma Dante è anche più severo verso il successore di lui, quello che lo indusse con le sue male arti al gran rifiuto, Bonifacio VIII, della famiglia Caetani, di Anagni, di cui si diceva
1228. Intrasti ut vulpis, regnabis ut leo, morieris ut canis.2