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[1179] Patria in generale; e l’Italia in particolare 391


sulla questione italiana alle corti di Parigi, Londra, Pietroburgo e Berlino, del 6 agosto 1847; e tornava sul pensiero medesimo in altro dispaccio del medesimo giorno al conte Apponyi, ambasciatore austriaco a Parigi, direttogli per chiarire il senso del precedente dispaccio circolare e fornire su di esso particolari informazioni al conte Guizot, e vi ripeteva: «Le mot Italie est, ainsi que je le dis à lord Palmerston, un mot vide de sens politique». Vedansi i Mémoires, documents et écrits divers laissés par le prince de Metternich publiés par son fils, to. VII (Paris, 1883), pag. 415. 416. Già in una precedente lettera confidenziale all’ambasciatore Apponyi, del 12 aprile 1847, egli scriveva: «Le mot Italie est une dénomination géographique, une qualification qui convient à la langue, mais qui n’à pas la valeur politique que les efforts des idéologues révolutionnaires tendent à lui imprimer, et qui est pleine de dangers pour l’existence même des États dont se compose la Péninsule» (op. cit., to. VII, pag. 393). Ma in fondo il Metternich non faceva che riassumere in poche brutali parole il concetto da lui affermato sin dai giorni del Congresso di Vienna, dinanzi al quale egli aveva dichiarato «que l’Italie n’était point destinée à former un corps politique proprement dit, qu’elle ne représentait qu’une réunion d’états indépendants, compris sous la même dénomination géographique» (Klüber, Akter des Wiener Kongresses, to. VII, pag. 403: Procèsverbal du 13 novembre 1814).

Lo stesso Metternich in una lettera del 19 novembre 1849 al conte Prokesch-Osten (Vedi: Aus dem Nachlasse des Grafen Prokesch-Osten. Briefwechsel mit Herrn von Gentz und Fürsten Metternich. Wien, 1881, Bd. II, pag. 343), si vantava di essere l’autore di questa frase ed aggiungeva che la stessa cosa (ein geographischer Begriff) poteva dirsi della Germania.

Invece proprio francese è l’altra frase veramente scortese e ingiuriosa: Les Italiens ne se battent pas, della quale però preferisco discorrere in altra sede, cioè nella P. II, dove parlerò della guerra recente e delle prove in essa date dagli Italiani di sapersi battere bene e di saper morire per la loro patria.

Il pensiero della patria si fa più forte e più pungente; al cuore di chi ne è lontano. Chi ha dovuto lasciare l’amato suolo natìo, e rivolgergli il doloroso saluto: