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[1171-1172] Patria in generale; e l’Italia in particolare 385


1171.   Barbarus hic ego sum, quia non intellegor ulli.1

(Tristium, lib. V, ep. 10, v. 37).

In età più tarda abbiamo il grido:

1172.   Fuori i barbari!

che la tradizione attribuisce comunemente a papa Giulio II, ossia Giuliano Della Rovere, il quale tenne il seggio apostolico dal 1503 al 1513. Ma io non sono riuscito a trovare autorità nessuna da autenticare queste parole, almeno nella forma con la quale soglionsi citare. Il Guicciardini nel lib. XI, § VIII, della Istoria d’Italia, dice che Giulio II «pensava assiduamente come potesse, o rimuovere di Italia, o opprimere con l’aiuto de’ Svizzeri, i quali soli magnificava e abbracciava, l’esercito Spagnuolo, accio che, occupato il regno Napoletano, Italia rimanesse (queste parole uscivano frequentemente dalla bocca sua) libera da’ barbari» (ediz. Gherardi, vol. III, Firenze, 1919, pag. 39-40). - Il Raynaldus negli Annales Ecclesiastici (tom. XX, sub anno 1513, § 11) similmente dice di lui «non modo Gallos, verum Hispanos cæterosque exteros Italia pellere meditatum.» Perciò i contemporanei lo chiamarono liberatore d’Italia. Il Foglietta nei Clarorum Ligorum Elogia lo esalta come «Italicæ libertatis acerrimum vindicem» e Pasquino nel 1510, in un sonetto che, stampato dapprima nel rarissimo libretto dei Carmina apposita ad Pasquillum Herculem obtruncantem Hydram, ediz. romana del Mazzocchi, 1510, è stato ripubblicato dal Morandi nella Prefazione ai Sonetti del Belli (vol. I, Città di Castello, 1889, pag. cli), cosi invoca il Pontefice guerriero, ispirando o secondando, come nota il Morandi, il famoso grido: Fuori i barbari!

          Padre dell’universo, almo pastore,
               Che rapresente Jesu Christo in terra,
               Chi tieni el loco di quel che apre et serra
               La porta del sacro regno magiore;
          Mira l’Italia tua, che a tutte l’hore
               Dinanzi ai sacri toi piedi s’atterra,
               Gridando: «Patre sancto, hormai diserra
               La spada contra ’l barbaro furore»


  1. 1171.   Io qui sono come barbaro, perchè nessuno m’intende.

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