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[1168-1170] Patria in generale; e l’Italia in particolare 383


giornata di Mentana, come narra Anton Giulio Barrili nel suo volume: Con Garibaldi alle porte di Roma (Milano, 1895):

«L’ordine del giorno porta che noi del secondo battaglione genovese marceremo in avanguardia, e il primo battaglione in fiancheggiatori. Con noi è un battaglione di milanesi, colonnello Missori. Così disposti ci mettiamo in cammino, e dopo forse mezz’ora giungiamo alle prime case di Mentana, accolti dall’inno: Si scopron le tombe suonato dalla fanfara della colonna Frigèsy. Quella musica piace poco; ad un illustre amico mio, che passa in quel punto a cavallo, non piace affatto. Per lui essa è di mal augurio, non avendo avuto il battesimo del fuoco. Infatti conosciuta dai volontarii quando già era finita la campagna del ’59, non fu suonata in Sicilia, nè sul Volturno, nè in Tirolo; non si è udita mai, se non nelle città, nei teatri, sulle piazze. Garibaldi, poi, ama meglio la Marsigliese, a cui vengon subito appresso, nelle sue simpatie, i Fratelli d’Italia e più un inno di Rossetti Minaccioso l’arcangel di guerra che i suoi legionari cantavano nel ’49, a Roma e a Velletri. Ma basti di ciò; anche l’inno: Si scopron le tombe ha avuto il suo battesimo a Mentana; triste, se vogliamo, ma solenne, e non è più il caso di tornarci su, poichè il sacramento è indelebile.»

Appartengono all’inno medesimo, alla strofa quarta, i due versi:

1168.    Le genti d’Italia son tutte una sola.
Son tutte una sola - le cento città.

Il verso

1169. Camicia rossa, camicia ardente.   

fa parte di una canzone popolare di Rocco Traversa (musica di Luigi Pantaleoni), canzone che fu celebre nei tempi eroici della epopea della garibaldina.

Aspirazione secolare di quanti amavano la patria era quella di cacciarne lo straniero, per sua natura nemico. Già nelle XII Tavole si leggeva la massima giuridica:

1170.   Adversus hostem æterna auctoritas [esto].1


  1. 1170.   Il diritto contro il nemico (o meglio contro lo straniero sia perpetuo.