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[20-22] Delle citazioni, dei libri e delle biblioteche 9


Per i bibliofili, o meglio per i bibliomani, non manca l’epigramma, ed è questo:

20.   C’est elle! Dieu que je suis aise!
Oui, c’est la bonne édition;
Voilà bien, pages douze et seize,
Les deux fautes d’impression
Qui ne sont pas dans la mauvaise.1

graziosa sestina di Pons de Verdun (Contes et poésies, 1807, pag. 9), di cui Scribe ha fatto un couplet del vaudeville Le Savant (a. II. sc. 4).

Parlando del libro non si può dimenticare nè l’ammonimento del Petrarca:

21.   Libri quosdam ad scientiam, quosdam ad insaniam deduxere2

(De remediis utriusque fortunae, dial. XLIII: De librorum copia.).

nè la celebre frase ughiana

22.   Ceci tuera cela.3

(Victor Hugo, Notre-Dame de Paris, lib. V, chap. 1.).

le quali parole chiudono il cap. I, e sono commentate a profusione nel successivo, di cui formano il titolo:

Ceci tuera cela. Le livre tuera l’édifice.

Dai libri è breve il passo alle biblioteche, delle quali, come dei musei, scrisse il Tommaseo che vi è «un so che di vivente, più che l’Amadriade nella pianta, e la Naiade nella fonte», e un classico latino aveva detto:



  1. 20.   È lei! O Dio, come sono felice! Sì, è l'edizione buona; ecco infatti a pag. 12 e 16 i due errori di stampa che non sono in quella cattiva.
  2. 21.   I libri fecero diventare dotti alcuni, altri pazzi.
  3. 22.   Questo ucciderà quello.