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[1064] | Ostinazione, ricredersi, pentirsi | 351 |
Il generale De Failly la sera medesima della battaglia di Mentana (3 novembre 1867), ne avvisava il suo governo con un primo telegramma da Roma che non fu pubblicato. Invece il Moniteur Universel del 10 novembre pubblicò un telegramma più particolareggiato del generale stesso, comandante in capo del corpo di spedizione a Roma, con la data del 9 novembre, il quale termina con queste frasi:
«Le 6 novembre, la population romaine a fait aux troupes un accueil triomphal. Votre Excellence va recevoir un rapport plus dètaillé. Notre présence à Rome était urgente pour la sauver; je garantis la sûreté des États pontificaux contre les bandes insurgées. Nos fusils Chassepot ont fait merveille!»
Pare che veramente il governo francese tenesse a essere ragguagliato sollecitamente della prova che aveva fatto quel fucile a percussione e a retrocarica che, inventato nel 1857 da Antoine Chassepot, e adottato il 30 agosto 1866 per l’esercito francese, tirava per la prima volta a Mentana su bersagli umani.
In ogni modo la frase, detta forse senza cattive intenzioni, appena fu nota suscitò un vero tumulto d’indignazione in Italia e in Francia; e se n’ebbe l’eco fino alla tribuna francese, poichè nella tornata del Corpo Legislativo del 2 dicembre, mentre si svolgevano le interpellanze sull’intervento francese a Roma, e Jules Favre faceva una violenta diatriba contro la politica illiberale e antiumanitaria del gabinetto Rouher, a un certo punto Eugenio Pelletan interruppe esclamando:
«Il fallait essayer les fusils Chassepot!»
Dopo rumorose esclamazioni della Camera, Jules Favre riprende la parola e continua:
«.... Nos troupes soutiennent le corps pontifical avec leurs perfectionnées qui font tomber les hommes comme les épis sous la faux du moissoneur (Interruptions).
«Une voix. C’est une insulte à l’armée!
«Favre. De là la phrase qui a produit en Europe une si triste impression: le fusil Chassepot a fait merveille (Bruyante interruption).
«Pelletan. C’est une indignité! (Bruif).
«Favre. Je comprends, je subis les nécessités de la guerre, mais j’avone que je suis attristé lorsque je rencontre dans un rap-